Casa (Dolce Casa)

Qualcosa che “fa casa” può essere, di fatto,  la mamma con le sue lasagne. Anche se la mia sa benissimo che preferisco la pasta al forno. Casa è dove puoi stare nudo o vestito da spaccino senza che nessuno ti denunci. Casa è dove torni alla sera, o all’orario che vuoi, e dove – se sei fortunato – trovi quella persona o quell’animale con cui puoi essere te stesso. Casa è dove hai un frigorifero e mangi le cose direttamente dalla scatola. Dove vai in bagno senza vergognarti. Insomma, casa è dove hai le tue stanze private.

Tempo fa ho visto un video su Instagram in cui Billie Eilish ripeteva quasi con le lacrime agli occhi (o forse era rinite), che non si pubblica sui socials tutto ciò che ci viene in mente. In effetti, è vero. A parte i cyberbulli che sono criminali, tutti noi spesso pubblichiamo tutto ciò che facciamo e ci frulla per la testa, a casa e fuori casa, abbinando pure la frase del calendario filosofico giustapposta. Ma, davvero, ce n’è così bisogno?  Io dico che, anche se non è più di moda, c’è ancora è bisogno di intimità sacra – di Casa. “Perché chi si innamora non deve dirlo a nessuno”, cantava Max Gazzé alla sua Valentina.

Nel 1986, uno spot Barilla fece suonare i flauti scassati di tutta Italia con la colonna sonora che accompagnava una bambina dall’impermeabile giallo, sotto la pioggia battente, mentre faceva ritorno a casa, in ritardo sul pranzo, e il suo gattino randagio in braccio…

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